Il Mouse è da oltre 20 anni il dispositivo di puntamento di riferimento

Uno degli strumenti informatici per i quali ci viene chiesta consulenza è il dispositivo di puntamento, altrimenti conosciuto come: Mouse. Le persone che ci chiedono di acquistarne uno nuovo, si concentrano solo su aspetti marginali, quali l’estetica, il colore, la forma oppure più semplicemente sul prezzo.

La scelta del corretto dispositivo invece è ben più complessa e dovrebbe essere guidata da parametri molto più tecnici, se si pensa che questo accessorio viene usato in media 6/8 ore al giorno da quasi tutti noi. Quest’ultimo aspetto in particolare è il principale responsabile di uno dei malanni dell’era digitale:  la sindrome del tunnel carpale che colpisce spesso chi sta molte ore davanti al computer utilizzando il mouse per lavorare.

Per cercare di limitare i danni dovuti al prolungato utilizzo dello strumento, si dovrebbe propendere per una scelta che tenga conto sia dell’aspetto funzionale che di quello ergonomico.

In questa breve guida analizzeremo questi aspetti, valutando i dispositivi in commercio, tralasciando gli apparecchi specifici per i Gamer, che hanno caratteristiche specifiche di velocità, robustezza e multimedialità, che per la maggior parte degli utilizzi sono superflue.

Importante fattore che determina la scelta di un Mouse moderno è il numero DPI (punti per pollice) che si possono sintetizzare nel numero di rilevazioni che fa il mouse per movimento: più elevato è il valore del DPI, più il mouse risulterà preciso.

All’utente medio che naviga in Internet e utilizza programmi di Office Automation saranno sufficienti 1000 DPI.

In base alla tecnologia del puntatore distinguiamo questi tipi di Mouse:

  • Ottico – funziona con un chip e un Led di illuminazione ottico che dà il nome a questo tipo di mouse. Possono essere utilizzati su superfici piatte, non necessitano del classico tappetino purché non vengano usate superfici riflettenti in quanto il led, illuminando il piano di appoggio per acquisire l’immagine, potrebbe venire “ingannato” dalla riflessione e quindi la rilevazione del movimento potrebbe non risultare corretta.
  • Laser – la differenza sta nella tecnologia del riflettente. Il mouse laser utilizza un raggio per tracciare il movimento. Questo tipo di mouse ha il vantaggio che può essere usato su tutte le superfici, anche quelle riflettenti, ma la sua elevata sensibilità al movimento potrebbe risultare per qualcuno un elemento di controindicazione. Risulta particolarmente adatto per compiti di precisione tipo elaborazioni grafiche.   

In base al tipo di collegamento distinguiamo questi tipi di Mouse:

  • Wired – è il classico mouse collegato al PC tramite cavo e può avere un connettore PS/2 ormai in disuso o il più comune USB. Il cavo assicura totale stabilità e continuità di segnale. A patto che non si rovini! Può risultare scomodo per chi deve portarselo dietro insieme al proprio portatile perché il cavo tende a intralciare lo spazio di lavoro.
  • Wireless – in principio questo tipo di mouse creava problemi essenzialmente dovuti alla perdita di segnale (il ricevente deve essere messo in una delle porte USB del pc), oggi però non è più così, per cui questo tipo di mouse è largamente diffuso. L’unico punto a sfavore risiede nelle batterie ma, oramai, molti modelli montano batterie ricaricabili e a lunga durata; oltretutto rispetto a quelli con il filo, risultano meno ingombranti.
  • Bluetooth – non necessita, rispetto al wireless del ricevente collegato alla porta USB del computer. Gli unici aspetti negativi possono essere legati ai passaggi necessari per la configurazione e la “piccola attesa” ogni volta che si utilizza su un dispositivo. Inoltre l’autonomia delle batterie è generalmente inferiore a quella dei mouse wireless.

Nel prossimo articolo parleremo di altri aspetti legati alla scelta del mouse: peso, dimensioni e la corretta posizione ergonomica per il polso.

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